Teatro

SPECIALE TEATRO-FESTIVAL-ITALIA: L’elegante Music-Hall della Ardant

SPECIALE TEATRO-FESTIVAL-ITALIA: L’elegante Music-Hall della Ardant

Tre figure si aggirano sul palco nudo, lo percorrono trascinando con sé le proprie valige… ma anche i propri sogni… le proprie sconfitte e le proprie frustrazioni. Fin dal loro primo suggestivo incedere in scena, accompagnato dal frusciare del vento, si intuisce che si tratta di tre attori. Music-Hall, spettacolo di cui firma la regia Lambert Wilson, ha come protagonista il teatro stesso, la realtà di chi sceglie di vivere un’”illusione”, la sua magia e i suoi trucchi. Un’attrice, a cui l’autore Jean-Luc Lagrance non fa dono di un nome, ma che chiama semplicemente “la ragazza”, quasi a volerla tenere ostinatamente sospesa in uno stato di grazia, si accinge a rimettere in scena uno show accompagnata dai suoi “boys”. Uno sgabello e un magnetofono, che rimanda la canzone di Joséphine Baker “Ne me dis pas que tu m’adores”, cantata in play-back dalla donna, sono il punto di partenza da cui la sparuta compagnia parte per ricostruire lo spettacolo. E nella ricerca della messinscena dimenticata i tre si perdono, tra silenzi lirici e battute ripetute, per far riaffiorare come ossessione glorie e angosce di una vita fatta di ombre e paillettes. Una smagliante Fanny Ardant, sotto una passata parrucca bionda, in abito di seta verde e polverosa pelliccia, domina lo spettacolo con la sua superba presenza… fin quasi, in taluni punti, a distrarci dal testo. Ad affiancarla, Éric Guérin e Francis Leplay, nella parte dei boys, eleganti “dandy d’operetta”. La felice regia di Lambert Wilson riesce a dare alla messinscena il sapore patinato di una dolceamara passione, nell’uso oculato di luci o di effetti indovinati pur nella loro semplicità, come i momenti di sospensione affidati al lirico levarsi di suoni con cui gli attori interagiscono, che sottolineano un distacco ma anche un’attesa, o la discesa di un’altalena di luci che l’attrice, nel suo simbolico dondolare, utilizza per dare spazio alla rappresentazione nella rappresentazione. Insomma uno spettacolo a tutto tondo che canta, danza e recita con grande efficacia l’amore e la fedeltà per il teatro, e che rimarrà certamente presenza memorabile in quest’edizione del Napoli Teatro Festival Italia. di Domenico Orsini Teatro Mercadante – Napoli 27 giugno 2009